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Electric Mythbusters: sfatiamo i falsi miti sulle auto elettriche – Costi di manutenzione e impatto ambientale

07 Marzo 2024

“Un’auto elettrica? Per carità, chissà quanto costa manutenerla! E poi chi l’ha detto che migliora la qualità dell’ambiente?”

Tranquilli, si tratta soltanto di altri luoghi comuni, altre due fake news che si aggiungono a quelle relative a sicurezza, smaltimento e autonomia, di cui ci siamo occupati nelle settimane scorse.
Andiamo avanti, quindi, con la nostra rubrica Electric Mythbusters, con cui ci impegniamo a smentire i falsi miti e a creare maggior consapevolezza sul mondo delle auto elettriche.

Partiamo dal primo falso mito. “La manutenzione dei veicoli elettrici è costosa

A questo proposito, possiamo tranquillamente affermare che i costi di manutenzione di una vettura elettrica sono inferiori a quelli di un’auto tradizionale: innanzitutto, un motore elettrico ha meno parti mobili di un motore a combustione, di conseguenza è soggetto a meno usura. Basti pensare al fatto che l’elettrico non necessita di cambio dell’olio, di controllo delle cinghie di distribuzione o degli iniettori. Anche l’assenza di dispositivi come il FAP (filtro anti-particolato), nel caso di un’auto elettrica, contribuisce ad abbassare i costi di manutenzione rispetto ad un motore termico.
E ancora: i freni, in un’auto elettrica, sono soggetti a minore usura rispetto a quanto avviene in un’auto a benzina o diesel. I sistemi di frenata rigenerativa (che “catturano” e recuperano l’energia altrimenti persa nell’attrito) sottopongono a uno sforzo notevolmente inferiore le pastiglie.

Come precisato dal professor Maurizio Fauri dell’Università di Trento in un servizio de Le Iene di marzo 2023, le pastiglie dei freni si cambiano ogni 2-300.000 km, proprio perché un’auto elettrica frena in maniera elettromagnetica: nel momento in cui si lascia l’acceleratore, lui sfrutta la forza di inerzia per ricaricare le batterie, e la stessa cosa accade quando si preme il pedale del freno. Altro aspetto importante: un motore elettrico ha un’efficienza del 90%, mentre il motore termico soltanto del 20-25%: ciò significa che, se ipotizziamo di mettere 10 litri di benzina in serbatoio, solo 2 di questi verranno convertiti in energia meccanica.

Passiamo ora alla seconda questione: “Le auto elettriche non migliorano la qualità dell’ambiente”.

Niente di più falso. Se è vero, infatti, che anche le vetture elettriche hanno un loro impatto ambientale, legato perlopiù al processo di produzione, è altrettanto vero che le emissioni provocate in fase di produzione vengono compensate abbondantemente durante il ciclo di vita del mezzo. Le auto elettriche, infatti, si distinguono per l’assenza di emissioni in fase di circolazione: niente CO2, niente monossido di carbonio né microparticelle inquinanti. Questa tesi è peraltro confermata da alcune considerazioni riportate da un documento realizzato dallo European Environmental Bureau (EEB, rete di oltre 170 organizzazioni ambientali europee),  in cui si spiega che le auto elettriche immatricolate oggi in Europa emettono, in media, 75 grammi di CO2 equivalente per km sul loro intero ciclo di vita, il 69% circa in meno rispetto ai modelli con motori diesel.
Per quanto riguarda la fase di smaltimento, altro punto molto discusso, abbiamo avuto modo di chiarire nel nostro ultimo articolo come le batterie possono essere recuperate, riciclate e riutilizzate per creare, ad esempio unità di stoccaggio energetico per impianti fotovoltaici, prolungando così il loro ciclo di vita sotto altre forme.

Sempre a questo proposito, citiamo anche i risultati di uno studio condotto dalla Fondazione Caracciolo, che ha mostrato come le emissioni di un’auto elettrica – tenendo in considerazione l’intero ciclo di vita – siano minori di un’auto endotermica, anche paragonando il modello a benzina più virtuoso e quello elettrico con più emissioni. Le variabili che rendono più o meno impattanti a livello ambientale i vari modelli sono le emissioni prodotte in fase di estrazione dei materiali e di costruzione, la fonte di energia elettrica utilizzata (rinnovabile o fossile) e l’utilizzo del veicolo in termini di km percorsi.

In termini di riciclaggio, ci troviamo in una fase in cui sempre più tecnologie rivoluzionarie stanno prendendo piede. È di recente apertura, ad esempio, l’impianto di riciclo più grande del continente europeo, con sede a Fredrikstad, in Norvegia, che prevede di riciclare 70.000 tonnellate di batterie entro il 2025 e di arrivare fino a 300.000 nel 2030.

Possiamo dunque affermare che, nella partita tra auto con il minor impatto ambientale e i minori costi di manutenzione, a vincere è sicuramente l’auto elettrica. Non ti abbiamo convinto?

Contattaci e scrivici la tua opinione. Saremmo lieti di risponderti e di capire insieme quanto c’è di vero in tutti questi luoghi comuni.

 

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